Alunni stranieri

Cosa dice la normativa

(DPR 394/1999 art.45)

I ragazzi con cittadinanza non italiana, anche se in posizione non regolare, hanno diritto all’istruzione alle stesse condizioni degli alunni italiani.
Allo stesso modo hanno l’obbligo di iscriversi e frequentare le scuole statali o paritarie e hanno, pertanto, il dovere di conformarsi in tutto alle disposizioni nazionali in materia di istruzione. I minori stranieri, comunque presenti sul suolo italiano, sono soggetti all’obbligo scolastico; per tale motivo l’iscrizione alle classi dell’obbligo va accolta in qualsiasi momento dell’anno scolastico, in coincidenza con il loro arrivo. Essi vanno accolti anche se sprovvisti di permesso di soggiorno o privi di documentazione.
I minori sprovvisti di permesso di soggiorno sono iscritti con riserva; essi, tuttavia, conseguono validamente il titolo di studio anche qualora gli accertamenti messi in atto dall’Amministrazione non diano alcun esito.
Il minore cittadino extracomunitario che intenda iscriversi ad istituti secondari di II grado deve dimostrare, attraverso idonea attestazione (tradotta e convalidata dal Consolato italiano presso il Paese d’origine) di avere raggiunto un livello di scolarità pari alla licenza di scuola media (con ordinamento scolastico straniero che preveda almeno otto anni di scuola dell’obbligo), riconoscibile ai fini della prosecuzione negli studi.
Coloro che hanno superato il periodo dell’obbligo scolastico possono seguire corsi gestiti e coordinati dai Centri Territoriali Permanenti per l’E.d.A. (o CTP), istituiti con l’O.M. n. 455/97. I Centri funzionano in modo continuativo, secondo moduli flessibili e di durata variabile per i corsi modulari (es., quelli di lingua italiana per stranieri).

 

Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri

Per orientare famiglie e insegnanti nel complesso impegno per l’integrazioni efficace di alunni stranieri, il Ministero ha emanato il 19 febbraio 2014 le nuove linee guida con lo scopo di individuare alcuni punti fermi sul piano normativo e di dare alcuni suggerimenti di carattere organizzativo e didattico al fine di favorire l’integrazione e la riuscita scolastica e formativa, ferma restando l’autonomia delle istituzioni scolastiche e la loro responsabilità in materia, nel quadro della legislazione vigente.